Sono stata in Brasile una sola volta e molti anni fa. E in quell'unica volta ho amato questo paese per la sua semplicità, per la sua eccezionale accoglienza, per il calore e i sorrisi che ha saputo regalarmi in ogni momento di quel breve viaggio.
Due Stati e centinaia di chilometri percorsi, scorci stupendi, paesaggi selvaggi, natura ancora incontaminata e un oceano, quello Atlantico, inaspettatamente calmo, caldo e pacato.
Durante quel viaggio, tra Alagoas e Pernambuco, la scoperta - una tra molte - di un'isola piccola e bellissima, che si distingue per la sua posizione, le sue spiagge lunghe e sabbiose orlate da palme da cocco, e per le piccole paludi che arrivano fino al mare.
L'isola di Croa, a Nord di Maceiò, capitale dell'Alagoas, ma appartenente allo Stato del Pernambuco, famoso per le sue lunghe spiagge di sabbia dorata, per il carnevale colorato e le piantagioni di canna da zucchero, si raggiunge facilmente perché solo meno di duecento metri la separano dalla terra ferma. Ci si arriva da Barra de Santo Antônio, sulla meravigliosa costa della regione dell'Alagoas, a poco più di 50 km dalla capitale. Un'oretta di macchina che vale la pena di fare, tra città e foresta, in un paesaggio rigoglioso e che lascia senza fiato.
Santo Antonio ha spiagge selvatiche con scogliere che formano piscine naturali di acque limpide e sabbie chiare. Ai margini del fiume Rio Santo Antônio, il comune è diviso in due: da una parte c'è la città con tutto il suo caratteristico tessuto urbano, dall'altra invece...la bella Ilha de Croa ( o de Crora, come dicono da questa parti) e la lunga spiaggia selvatica di Carro Quebrado. Per attraversare il fiume si utilizzano i traghetti, piccole imbarcazioni messe a disposizione dalla gente del posto, e i saveiros, che sono le barche locali.
Dopo un bel tratto sotto le palme col nostro pulmino abbiamo, anche noi, prima preso una barca e poi, alcune jeep recuperate in un piccolo villaggio di pescatori. Ho il ricordo di una giornata molto divertente. Con le nostre 4x4 abbiamo attraversato la spiaggia e camminato nell'acqua. Prima ci hanno fatto sistemare sul tetto delle jeep da cui mi sono goduta, col mio posto in prima fila, tutta la bellezza del paesaggio intorno a me. Ho "ballato" molto su quelle macchine un po' sgangherate, devo dire anche questo, tra strade inesistenti e sabbia finissima ma quella è proprio una cosa tipica da fare da quelle parti. In fondo, il mio punto d'osservazione era davvero privilegiato e oggi penso che non ci sarebbe stato modo migliore per raggiungere quel lembo di terra adagiato nell'Oceano.
L'isola è l’attrazione più frequentata di Barra. Ci sono belle spiagge con grandi piscine naturali che l'Oceano ha scavato nei secoli nella roccia e dove ci sono ristoranti e piccoli chioschi di fortuna che preparano zuppette di pesce e grigliate di pescato del giorno da leccarsi i baffi. Tra l'altro il pesce qui non viene semplicemente pescato e portato alle pousadas. Piuttosto viene attentamente selezionato e poi venduto. Cosa che non avrei nemmeno immaginato se non me lo avessero detto.
Uno spettacolo naturale è la spiaggia do Carro Quebrado: selvatica, bianca, anzi bianchissima, che cambia a volte colore al calar del sole, fino a diventare dorata, circondata da altissime palme da cocco e bagnata da un mare verde smeraldo meraviglioso. Qui c'è qualcosa di davvero stupendo da vedere, un vanto per quelli del posto. Sono le falesie: enormi speroni rosso-arancio che svettano tra sabbia e mare e che riflettono tutti i colori del sole cambiando sfumatura in ogni momento della giornata. Hanno forme particolari e stranissime e devono gran parte della loro bellezza all’oceano e al vento che nei secoli le hanno erose regalando forme e colorazione straordinarie.
L’isola è un’esplosione di bellezza e conserva ancora intatte le sue origini. Carro Quebrado è tutto un insieme di viali di sabbia e palme e piccole case senza tetto, a tratti quasi sventrate. Ho osservato i pescatori sulla spiaggia, ho visto correre qualche bambino in bicicletta, ho intravisto persone anziane ferme alle porte incantate e immobili, e tutto un mondo a parte che ci rincorreva lungo la strada, mentre eravamo sulle jeep, e che regalava urla e sorrisi. L'isola mi è rimasta impressa per la sua bellezza. Ma più di ogni cosa, per la sua gente: sguardi, espressioni, smorfie del viso e degli occhi, e manine che facevano ciao. E mentre ero lì, sul tetto di quella jeep, tra villaggi e spiaggia, con quel mondo così lontano e surreale dinanzi a me, circondata da una desolazione talvolta quasi imbarazzante, ho provato una profonda commozione per la gioia e la profonda allegria di ogni persona incontrata. Respiravo spensieratezza e sorrisi e mi riempivo il cuore di gesti semplici che porterò nella valigia dei miei ricordi....