Da quasi quarant’anni Philadelphia è la città che vive nel mito di Rocky Balboa, il pugile italoamericano più noto al mondo, raccontato in sei film che hanno regalato la celebrità a Sylvester Stallone. Andare a Philly senza fare un giro nei luoghi che hanno reso celebre la città e l’attore è davvero impossibile.
Philadelphia è una città splendida che merita di essere vissuta.
Non sono mai stata prevenuta né mai mi sono lasciata condizionare dai discorsi e dalle opinioni altrui. E quando sono arrivata qui ho avuto la conferma che spesso le persone danno giudizi troppo affrettati e superficiali...sulle cose, sulle persone e persino sulle città.
Per me Philly vale molto di più che una breve e veloce visita.
Tra le tante cose fatte durante il viaggio a Philadelphia, una delle più carine è stata quella di ripercorrere alcuni dei luoghi del film - che ha raccontato un po' anche la storia di questa città - che ha reso celebre Stallone nel mondo: Rocky Balboa.
Tra tutti, si, avete capito bene: quella mattina ho scelto il Museum of Art. E ve lo suggerisco. Ovviamente non solo per il film!
Ci siamo alzate molto presto quel giorno per incamminarci verso il famoso Museo fondato nel 1876 in occasione dell'Esposizione Universale che celebrava il primo centenario della Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d'America e inaugurato solo un anno dopo. Un pezzo di storia da queste parti.
Con le mie amiche Simona e Laura, armate di scarpe comode, ci siamo avviate dal nostro albergo dirette verso la zona orientale della città che, non mi aspettavo, è davvero molto grande.
Oddio, dire grande è riduttivo. La città è immensa ed è ottimamente servita dalla metro ma se volete un consiglio…visitatela a piedi. Comporta fatica in più, senza dubbio. Ma non c’è niente di meglio per conoscere davvero un posto, per scoprirne anche gli angoli più nascosti - quelli che non avevate programmato di vedere e che nemmeno sono segnati sulle mappe e nelle guide - che girovagare a piedi.
Ho sempre pensato che "i posti", quelli veri, sono probabilmente quelli che forse non mi ha ancora mai descritto e raccontato nessuno e che devo io stessa ancora scoprire. Dite di no?
La nostra prima tappa, quella mattina, a JFK Plaza, un’area ampia a curata, dove siamo ritornate anche in serata, e dove trionfa una già ben nota scritta “LOVE” che avrete visto sicuramente se siete stati a New York. Quel rosso spara forte sulla piazza e dà brio e colore ad ogni cosa.
Da lì parte parte Benjamin Franklin Parkway, una strada lunga, lunghissima, che arriva fino al Philadelphia Museum of Art, molto noto per la sua mitica scalinata che vide protagonista il giovane Rocky Balboa. Su entrambi i lati della Parkway sventolano le bandiere di tutti gli Stati del mondo.
Un bellissimo colpo d’occhio quella mattina. Era giungo ma faceva freddino e il cielo era un po’ grigio.
Una lunga striscia di verde divide le due carreggiate della strada: dalla parte sinistra c’è il Franklin Institute, a destra invece ci sono la Basilica di San Pietro e Paolo, bellissima, una vera chicca da visitare a Philadelphia, e la splendida e privata Barnes Collection (seconda al mondo per il numero di Renoir e Cézanne), oltre che il Museo di Rodin.
E finalmente, ecco il Museo! In tutta la sua bellezza.
Se siete fan sfegatati di Rocky e avete in mente solo il luogo cult del film...vi dico anche che la statua del noto pugile la trovate ai piedi dei 72 scalini del museo, tra l’altro spostata verso la sinistra guardando il museo.
La faccenda è andata più o meno così. La statua, scolpita nel 1982 per volere dello stesso Sly Stallone in occasione delle riprese del terzo film della saga, era stata sistemata in cima alla scalinata del museo, donata dallo stesso attore alla città come simbolo di un personaggio che apparteneva alla storia del cinema mondiale. E in fondo, diciamo la verità, Stallone non aveva tutti i torti.
Ma la posizione della statua scatenò l’ira degli intellettuali di Philadelphia che fecero scoppiare una vera e propria rivoluzione ed ottennero che fosse rimossa e, al massimo, posta ai piedi del Museo. E così fu.
Nonostante questa sua storia curiosa, la statua è super famosa - molto più del Museo - ed è ancora oggi il super bersaglio di macchine fotografiche e smartphone di gente proveniente da ogni parte del mondo. Del resto, arrivare fin lì e non fare almeno una foto sarebbe un sacrilegio.
Altro punto focale della visita: la famosa scalinata che ha reso celebre Rocky nel mondo.
E se pensate che farla in stile Rocky Balboa sia un'utopia...vi dico che vi sbagliate di grosso!
Io e le mie amiche, come tutti intorno a noi, ci siamo cimentate nella mitica scalata raggiungendo la meta senza nemmeno troppe difficoltà.
La vista che si ha della città una volta essere arrivati lassù è davvero splendida. Il paesaggio è a perdita d’occhio e sembra di poter prendere la città tra le mani.