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Immagine del redattoreMel Bi

AFRICA. Da Nairobi all'Oceano Indiano, passando per la Savana: viaggio in Kenya tra safari e mare


Amboseli National Park, Kenya
Amboseli National Park, Kenya

Il Kenya all’improvviso.

Non saprei dire per quanti anni ho desiderato questo Paese.

So solo che il giorno di Natale - di oramai tre anni fa - mi ritrovai con un biglietto per l’Africa tra le mani.

Il regalo più bello che potessi farmi.

Una cosa inaspettata che colsi al volo perché un viaggio in Africa è un’esperienza vera, qualcosa di diverso sotto ogni punto di vista. Ed era quello di cui avevo bisogno in quel momento.

L'Africa, e i suoi parchi in particolare, raccontano qualcosa che nel nostro quotidiano non esiste. L'Africa è l'emblema di quella natura immensa che l’uomo spesso, e purtroppo, non è in grado di rispettare e nemmeno di percepire.

Rispetto a tutti i viaggi di questi ultimi anni, quello in Africa ha avuto un valore aggiunto enorme non solo per la bellezza del viaggio stesso ma perché qualche settimana dopo il mio rientro, infatti, scoppiò la pandemia e il resto...è storia.

Del tour africano "accolsi" ogni beneficio, incluso quello di non averlo organizzato io, lasciandomi così alle spalle ogni preoccupazione.

Ricordo che dissi sì al Kenya semplicemente dando uno sguardo al programma: tre super parchi e poi il mare. Combinazione perfetta messa insieme da un caro amico appassionato di viaggi come me e ogni dubbio fu dissolto.

In 48 ore preparai il necessario (diciamo, anche più del necessario come mio solito...!) e parti per una nuova avventura.

Oggi, due anni dopo, ve la racconto qui in questo itinerario dove troverete come sempre info, consigli e qualche dritta che fa sempre comodo nell'organizzazione di un viaggio.



BREVE SCHEDA DI RIEPILOGO

Itinerario: 12 giorni

Periodo: 28 Dicembre – 8 gennaio (2019/2020)

Km percorsi: 800 circa

Mezzi utilizzati: 2 jeep scoperte con guide locali

Numero dei componenti del gruppo: 17

Costo del viaggio: 2600 € circa​


Prima di iniziare mi è d’obbligo una premessa.

Se avessi potuto, avrei allungato questo viaggio di qualche giorno. Quanto meno per arrivare fino al Masai Mara, il parco Nazionale più importante e bello del Paese.

Ma sono riuscita ad aggiungermi - per fortuna - in chiusura viaggio a questo bellissimo gruppo e già quello che c'era mi sembrava tantissimo: Amboseli National Park, Tsavo Ovest e Tsavo East. Quest'ultimo è quello che mi ha regalato le emozioni più forti.

Per il tour nei parchi, ci ha seguiti Axis Africa Safaris.

Ci sono tanti Tour Operator che offrono ottimi servizi in Kenya ma cliccando su questo link andrete dritti sul sito.

I nostri drivers sono stati super disponibili. Devo dire però che abbiamo riscontrato qualche difficoltà con gli orari di uscita al mattino e al tramonto per i game drive. In qualche occasione il timing sbagliato ha compromesso le nostre uscite nonostante avessimo chiesto orari differenti di esplorazione. Ma basta chiarirsi per risolvere.

AFRICA. Viaggio in Kenya: da Nairobi a Watamu, passando per la savana

QUANDO ANDARE: METEO E FUSI

La domanda che si pongono tutti: qual è il periodo migliore per andare in kenya?

Direi che il clima da fine novembre a metà marzo è perfetto. Le giornate sono caldissime e la pioggia è davvero scarsa anche se un giorno di fine dicembre abbiamo preso un diluvio che ci ha impedito il game drive dell’alba all’interno dell’Amboseli completamente allagato.

Ma sono episodi e, in ogni caso, il meteo non può controllarlo nessuno.

Le temperature al mare sono bollenti. Noi ci siamo abbronzati in poche ore, e qualcuno – me inclusa, nonostante le protezioni solari – si è ustionato.

Le piogge sono forti e frequenti da aprile a fine luglio tanto è che molte strutture chiudono perché sia nei parchi che al mare qualsiasi attività diventa impraticabile.

Tra fine luglio e agosto la situazione migliora e il turismo riparte anche se le piogge continuano seppur con minor frequenza mentre il sole continua a bruciare la pelle.

Pertanto, a parte i mesi di pioggia (da aprile a luglio) ogni momento è buono per visitare il Kenya. Il mio consiglio però è di andarci d’inverno. Non c’è niente di meglio che un tuffo nell'Oceano a gennaio.

Per quanto riguarda il fuso orario, contate due ore in meno.




COSTI

Giocate d’anticipo e vi troverete benissimo, sia per i voli che per le altre prenotazioni.

Regola vera ma fino a un certo punto.

Potrete risparmiare sui voli, quello senza dubbio. E non è cosa da poco.

In questo mio viaggio il costo del biglietto aereo ha inciso molto avendolo acquistato due giorni prima della partenza. Tra l'altro ogni cosa lievita nei periodi "caldi" e il capodanno all'estero risulta sempre costosissimo.

Ho volato con Air France su Nairobi all’andata e con KLM da Mombasa al rientro.

Voli buoni, puntuali e con qualche difficoltà col bagaglio al rientro che è stato perso, e poi ritrovato con una serie di problematiche al seguito. Ma questa è un’altra storia.

Per gli hotel o le case attenzione a ridurvi all'ultimo specie nei periodi di punta perché alcune destinazioni, e alcune strutture, vanno a ruba. Io sono riuscita ad aggiungermi al gruppo potendo stare negli stessi lodge nei parchi e al mare. Solo per una notte, a Watamu, ho dormito in un posto differente ma davvero molto bello. Ricordate che se siete di quelli che amano "viaggiare comodi", giocare d'anticipo sulla scelta fa la differenza.

Discorso diverso merita il Safari. Per quanto possiate prenotare in anticipo, il Safari costa.

E anche tanto. Le guide, gli ingressi ai parchi, le jeep e le strutture dentro i parchi peseranno molto sul totale ma i giri in questi luoghi e la bellezza e l’esperienza valgono ogni euro speso. Tenete conto che per 4 giorni di Safari che includevano lodge con cene, guida e ingresso ai parchi il costo è stato di circa 1000 euro a persona.

Vero che il mio viaggio comprendeva Capodanno ma i prezzi, anche in altri momenti, non si discostano molto.

Per le escursioni al mare provvedete direttamente sul posto.

Affidatevi alle strutture o agli hotel in cui soggiornerete. Oppure provate quel che propongono i “beach boys” che incontrerete sulla spiaggia e che vi perseguiteranno fino a togliervi la salute se non acquisterete almeno qualcosa.

La verità è che un’esperienza simile io l’avevo già vissuta a Zanzibar ma il pressing che abbiamo subito in Kenya è stato veramente fastidioso. E questo, non posso fare a meno di segnalarlo.

Infine, per pranzi e cene - anche se siete in "All inclusive" - considerate prezzi assolutamente europei. Anche nel posto più local vi porteranno un conto non inferiore a ciò che paghereste in Italia.



VISTO TURISTICO

Il visto turistico per il Kenya si prende all’arrivo, in aeroporto, o ci si anticipa online collegandosi al sito.

Noi abbiamo provveduto in anticipo e la procedura è stata lunghissima. Armatevi di pazienza e passaporto.

Tenete a portata anche la carta di credito, il visto ha un costo (circa 50 dollari) e si paga al momento.

Dimenticatevi di ricevere conferma di approvazione dal Governo. L'email non arriverà mai, pertanto stampate la ricevuta e portatela in viaggio, allegata al passaporto.

Se non avete voglia e tempo, procuratevi dei dollari e fate il visto il giorno dell'arrivo in Kenya.

Il tempo è lo stesso e non ci sono corsie preferenziali per chi ha sperimentato la versione online. Se prendete il visto all’arrivo, ricordatevi di portare anche una foto tessera, potrebbero chiederla.

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MANGIARE IN KENYA

La cucina kenyota è davvero basica anche se personalmente l’ho trovata molto buona.

La varietà di verdure e di pesce è incredibile. Sarà impossibile non fare scorpacciate di aragosta, granchio e gamberi. Se vi piace, è delizioso anche il pesce spada.

La base della cucina è il riso che accompagna ogni pietanza. La frutta – mango e ananas soprattutto - è gustosissima. E poi via a manzo, pollo e agnello cucinato con tantissime spezie profumate.

Nelle zone di mare potrete fare esperienze differenti e trovare ristoranti italiani e pizzerie.

Io non ne vado matta, nel senso che preferisco sempre provare il cibo locale, credo sia una componente importante durante un viaggio per avvicinarsi maggiormente alla cultura del posto.

Poi, io napoletana che mangio pizza in Kenya..non lo so!

Un consiglio: non abbiate timore di mangiare verdure crude e frutta. Però lavate sempre bene tutto e bevete solo acqua imbottigliata. Non è che faccia male quell'acqua, semplicemente non ci siamo abituati e il rischio dissenteria è proprio dietro l'angolo.




BAGAGLIO

Mettete in valigia cose leggere e pratiche. Le temperature sono sempre bollenti, in tutte le stagioni.

Però poiché, in genere, un viaggio in Africa prevede sempre un Safari, un minimo in più va aggiunto.

Per i tour nei parchi preferite pantaloni e camiciole a maniche lunghe di lino, servirà a proteggere dal sole e dagli insetti. Scarpe rigorosamente chiuse per il “walking safari”. Ok a scarpe aperte o sandali se girerete solo in jeep.

Portate sempre una pashmina e una felpa-piumino leggero.

I Safari iniziano all’alba e a volte si esce anche quando è ancora notte. L’escursione termica è notevole e il freddo si sente anche in Africa. Non dimenticate un cappello, meglio se di paglia perché traspira, occhiali da sole e protezioni solari potenti.

Per il mare conservate spazio per costumi e pareo, scarpe basse e infradito. Restate su look informali, in Kenya vi fanno entrare a cena e nei locali anche un po’ più chic pure con i pantaloncini.

Se potete, prendete l’abbigliamento e le scarpe che non usate più e metteteli insieme a quaderni, matite e pastelli da regalare alla gente del posto e ai bambini. Ricordate che i bimbi adorano anche le caramelle, valgono più di qualche spicciolo che potrete lasciargli.

Infine, non dimenticate la bustina coi medicinali essenziali (e anti-sfiga!).

Perfetti tachipirina e aspirina, oltre che imodium. Se soffrite di herpes, infilate in valigia anche un farmaco ad hoc per combattere l’effetto caldo-sole che può far esplodere le labbra.

Non dimenticate carica batterie e trasformatori inglesi, oltre che le batterie portatili. E poi il selfie-stick!

MUOVERSI IN KENYA

Non ho avuto modo di girare il Paese come avrei voluto. I giorni a disposizione sono stati pochi rispetto a quanto c’è di meraviglioso da scoprire. Quindi non riesco, in questo caso, a darvi una info completa ed esaustiva sull’area.

Vi parlo quindi per l’esperienza che ho vissuto. Sicuramente i parchi vanno fatti con i tour operator locali, non solo perché hanno i mezzi più adatti ma anche perché conoscono meglio le dinamiche del parco, delle zone in cui andare e gli orari più opportuni.

E poi secondo me non ha prezzo concentrarsi completamente sul Safari.

A volte rincorrere gli animali è davvero faticoso, bisogna essere bravi a dribblare le altre macchine per guadagnare un posto in prima fila e godersi lo spettacolo.

Il driver e il navigatore rischierebbero così di perdersi la maggior parte dello spettacolo.

Poi il viaggio stesso, da un parco all'altro, consente di conoscersi meglio, che siate in famiglia o tra amici. Ci siamo concentrati su risate e chiacchiere senza fare attenzione o meno alla strada da seguire, e in più - fatto non trascurabile - abbiamo riposato arrivando e ripartendo sempre in grande forma.

Per quanto riguarda le zone di mare, invece, abbiamo optato per taxi, tuc tuc e moto. Provate a organizzarvi con i ragazzi del posto, recuperate qualche numero di cellulare e avrete una persona disponibile per tutto il tempo.

In generale, il Paese si può girare in auto, in moto – esperienza stupenda secondo me – e in bicicletta.

Poi ci sono i bus privati, che funzionano molto bene, e i mezzi pubblici (non saprei post pandemia come è la situazione), quelli che vengono chiamati Yalla Yalla e che sono belli da fotografare. Sono certamente un po’ azzardati, e se proprio volete l’avventura un tempo v'avrei detto...provateli! Ora, non lo so.

Sappiate che lungo la strada, poi, c’è tanta vita da vedere e raccontare.

Villaggi, mercati a cielo aperto e una fiumana di gente che a piedi cammina per un tempo infinito.

Una cosa sento di aggiungerla. All'epoca il problema sicurezza era molto sentito. Soprattutto a Nairobi.

Siamo stati controllati e ricontrollati in ogni luogo ma nella capitale siamo quasi arrivati ai limiti dell'assurdo. Polizia e security ovunque. Oggi non saprei dirvi con esattezza ma se e quando sarà, partite spensierati e pronti a vivere un bellissimo viaggio ma armatevi della giusta prudenza, affiancati dalle guide giuste.




INTERNET E SOLDI

Un viaggio differente è quello in cui non ci si preoccupa di telefono e wi-fi.

Se devo dirla tutta, le ore trascorse nella savana, dove i contatti con il mondo in alcuni casi si sono ridotti veramente a zero, sono state un regalo bellissimo.

Per la prima volta dopo quasi due anni – ricordo un’esperienza simile solo a Cuba – ho veramente vissuto l’essenza piena di tutto quello che ho fatto, senza il pensiero del telefono. In alcuni posti la natura è talmente dirompente che abbandonarsi completamente ai suoni e ai colori di una realtà così lontana dal nostro quotidiano non può che portare beneficio allo spirito.

Detto questo, in tutte le strutture troverete il wifi anche se le comunicaizoni potrebbero risultare lente.

Nel caso, in aeroporto è possibile acquistare schede locali che funzionano benissimo quasi ovunque.

Pe quanto concerne i soldi, potete prelevare agli ATM o cambiare i soldi all’ufficio cambi. Personalmente ho cambiato gli euro fuori all'aeroporto di Nairobi e il cambio è risultato vantaggioso.

Con la moneta locale si contratta meglio ma in Kenya prendono qualsiasi cosa. Quindi non createvi problemi.




CON CHI ANDARE

Domanda ricorrente. Con chi partire? Con la compagnia giusta, ovviamente!

Un viaggio è tanto più bello quanto più i compagni di viaggio hanno la vostra energia e la medesima voglia di scoperta. Come vi dicevo, questo viaggio mi è “caduto” addosso tre giorni prima della partenza.

Nel gruppo conoscevo solo due persone. Ma sono abituata a queste cose e alcune delle mie amicizie più belle e durature sono nate così.

Siate sempre flessibili e aperti alle cose e alle situazioni nuove, in viaggio sono due componenti importantissime.

Lo spirito di adattamento aiuta tantissimo e alla fine del viaggio tornare a casa con un bagaglio pieno di esperienze e di amici in più sarà il regalo più bello da conservare.

Ah...qui sotto siamo noi! E intanto, se siete pronti, virtualmente si va!



Giorno 1 & 2: Partenza dall’Italia verso Nairobi - giro città

Il mio viaggio inizia dalla Capitale mondiale del Safari: oltre 4 milioni e mezzo di abitanti, la città più grande dell’area orientale e tra le dieci più grandi del Continente Nero.

Sono arrivata a Nairobi dopo un giorno interno di viaggio, da Napoli via Parigi. All’indomani della partenza, all’alba, ci siamo ritrovate in tre in aeroporto e – cambiati i soldi – abbiamo raggiunto l’hotel in taxi. L’arrivo all’Ibis Styles Hotel Westlands Nairobi è stato particolare perché ci siamo ritrovate dinanzi un albergo blindato.

L'Ibis è ottimo: staff gente, camere confortevoli e colazione molto buona. All’ultimo piano c’è anche una terrazza con bar e ristorante-pub, ottima soluzione se atterrate tardi e non c’è tempo di cercare un posto per la cena.

Nel poco tempo a disposizione, abbiamo recuperato un taxi con un driver affidabile (si chiama Lawrence, vi lascio qui i suoi contatti per farvi scarrozzare concordando preventivamente il prezzo) che è stato con noi dal pomeriggio sino quasi a mezzanotte.

Le nostre tappe sono state il National Museums of Kenya, il Palazzo del Parlamento e l'Uhuru Park dove abbiamo fatto un lungo giro a piedi. Poi il Kenyatta International Conference Centre e il parco sottostante. Per un aperitivo, Lawrence ci ha portato al Mojo’s Lounge Bar mentre per la cena abbiamo scelto un ristorante che assolutamente vi consiglio: il Carnivore. Non c’è bisogno di prenotare perché è davvero enorme. Si mangia carne di ogni tipo ad un prezzo fisso e finché non ne potete più. Poi rientro e riunione col gruppo e via tutti a dormire per partenza all'alba.




Giorno 3: Amboseli National Park

Il viaggio, quello vero – almeno per me – inizia con la partenza per il Safari.

Il nostro agente locale viene a recuperarci con due jeep e in mezz’ora, sbrigati i conti e caricate le valigie - tenetevi leggeri - siamo partiti. Destinazione Amboseli National Park.

La strada da Nairobi è lunga. A partire dall’ingresso al parco abbiamo cominciato i primi avvistamenti: gazzelle e giraffe, soprattutto, e una natura intorno stupenda. Bellissimo il lodge.

L’Amboseli Serena Lodge è nel cuore del parco e ha una vista meravigliosa sul Kilimangiaro.

Primo game drive nel pomerigio. Il parco è pieno di giraffe, zebre, ghepardi e uccelli.

Ma è noto soprattutto per le mandrie di elefanti e le vedute sul Kilimanjaro, oltre il confine in Tanzania.

Splendido il rientro al lodge al tramonto. Attraversare la Rift Valley quando il cielo cambia colore è magia. E la cena al lodge, con dopocena con musica intorno al fuoco, sotto le stelle...priceless!

Giorno 4: Amboseli National Park & Tsavo Ovest National Park

Partenza non troppo presto.

Ecco quello che invece deve essere una certezza nei safari: uscite all'alba e al tramonto, sempre!

Lasciamo l’Amboseli con un po’ di amaro in bocca – la pioggia per due notti compromette il nostro game drive della mattina – e proseguiamo verso lo Tsavo Ovest National Park, il parco delle leggende dei leoni mangiatori di uomini e del bracconaggio.

Il parco incanta per i suoi colori bellissimi: la terra rossa spezza l’azzurro del cielo, gli affioramenti rocciosi, le colline vulcaniche, i Baobab.

Entriamo e iniziano gli avvistamenti. Per pranzo arriviamo al Kilaguni Serena Lodge che in assoluto mi è rimasto nel cuore per la straordinaria bellezza della vista sulla savana che ci ha regalato un magnifico tramonto sul Kilimangiaro e lo spettacolo degli animali in arrivo a bere alle pozze d’acqua in serata.

Nel pomeriggio, breve game drive tra giraffe e zebre, con una visita alle Mzima Springs per avvistare gli ippopotami. Attenzione lì alle scimmie ruba tutto.

Tramonto sulla savana, cena al ristorante del Lodge.

Per inciso, quella fu la nostra cena di Capodanno, una meraviglia, con tanto di spettacolo local. Che ricordo!




Giorno 5: Tsavo Ovest National Park & Tsavo East Nationa Park

Il mio 2020 inizia nella savana, con un milione di pensieri e progetti che in parte la pandemia ha mandato a farsi benedire. Ma come ho avuto modo più volte di dire in questi due anni, il mio 2020 è stato un anno stupendo di rinascita e pieno di viaggi, di ricordi e di eventi syupendi da raccontare.

La mattina scopriamo lo Tsavo East, il parco che mi ha regalato più emozioni in assoluto. Colori magnifici, odori strani e intensi, incroci pazzeschi.

La savan qui ha aspetti diversi: si passa dalla terra rossa alle praterie giallastre e steppose.

Restiamo a lungo all'ingresso del parco dove veniamo assaliti dalle scimmie. Arriviamo per pranzo al Voi Safari Lodge, un po’ più economico rispetto agli altri ma non meno generoso nella vista sulla savana. Se dovessi tornarci però preferirei un lodge migliore.

Finalmente usciamo per il game drive all'ora giusto e l'incontro con i protagonisti del parco, gli elefanti rossi, ci toglie il fiato. Scena muta anche per l'avvistamento dei ghepardi. Torniamo per cena al lodge e finiamo la serata a goderci i rumori della savana. Un silenzio misto a fragori che non potrete mai sentire altrove.




Giorno 6: Tsavo East National Park + direzione Watamu

Usciamo all'alba. Fuori dal lodge ci imbattiamo nelle impronte di un leone ma proseguiamo per la direzione opposta. Il game drive ci regala emozioni incredibili. E’ il giorno in cui incrociamo i ghepardi da vicino. Insieme alla “traversata” degli elefanti rossi del pomeriggio precedente è il ricordo più bello dell’intero Safari.

In jeep lasciamo il parco e raggiungiamo in un paio d’ore Watamu. Ed è finalmente mare. Il gruppo va allo Jacaranda Beach Resort, dove ci trasferiremo anche noi il giorno successivo. Intanto passiamo una notte al The One, club più piccolo ma più esclusivo, con una spiaggia bella e lunga – quando non c’è la bassa marea – camere ampie e curate, staff eccellente e cucina ottima.

Ci godiamo il sole di gennaio e ci abbrustoliamo a bordo piscina. Cena ottima al resort e poi andiamo tutti al Paparemo Beach, locale italianissimo sulla spiaggia nel cuore del paese. Molto carino ma lo avrei evitato perché non amo ritrovare certa italianità quand sono lontana. Si mangia, si beve, si balla. A me non m'ha fatto impazzire.




Giorno 7 - 8 - 9 - 10 - 11: Watamu

Ci ho messo poco, molto poco ad abituarmi alla vita di mare.

Abituarmi, la mattina appena sveglia, a vedere altri colori, a sentire altri odori. Dal verdone della savana allo smeraldo dell’Oceano Indiano, dall’odore del terreno al profumo del mare.

L’indomani dall’arrivo a Watamu mi sono trasferita anche io allo Jacaranda, mega club sul mare che forse necessiterebbe di un restyling ma in cui siamo stati benissimo, e che di stupendo ha la spiaggia e il mare.

E’ il luogo in cui arrivano le barche per godersi la magia di Sardegna 2 (la spiaggia più famosa del Kenya) dove quei fantastici banchi di sabbia che affiorano dal mare con la bassa marea e che regalano paesaggi di rena candida misti all’azzurro del cielo e al verde delle palme lasciano in silenzio anche il più brillante dei parolieri.

Eviterò di raccontarvi giorno per giorno anche perché una volta arrivati a Watamu la parola d’ordine è relax. ma luoghi visitati e attività varie, quelle ovviamente si.

Tra l'altro di Watamu vi ho già detto tante cose qui.

Jacaranda Beach Resort, Watamu, Kenya

Lo Jacaranda, come detto, è un resort sul mare. E’ un insieme di appartamenti e case in un giardino tropicale. Si sta bene, lo staff è gentile, il cibo abbastanza buono, animazione un po' inesistente, almeno all'epoca. Però poi il pezzo forte è la spiaggia, la più bella della costa. Per intenderci, da Malindi vengono a fare il bagno qui.

La spiaggia consente lunghe passeggiate, con la bassa marea è una meraviglia camminare fino alla barriera – vi consiglio infradito o scarpe da scoglio – per vedere pesci colorati e con un po' di fortuna anche tartarughe.

Lungo la spiaggia ci sono due scuole di Kite Surf perché questo è anche il regno degli appassionati di questo sport. Ci sono molti negozietti e bancarelle dove acquistare artigianato locale. Fateci un salto.

Il tramonto da questi banchi di sabbia è bellissimo. Sedetevi e aspettate che il sole cada nell’acqua.

La spiaggia è piena di Beach Boys che vendono escursioni. Ecco, mi spiace davvero dirlo ma sono davvero fastidiosi. Si arrendono solo dinanzi ad un acquisto. Con noi hanno smesso quando abbiamo preso una barca per 17 per una escursione.

Watamu è un misto di attività e relax.

Noi in realtà ci siamo abbandonati quasi completamente all'ozio. Abbiamo però provato il Safari Blu, la tipica escursione in barca da non perdere. Acquistata dai Beach Boys per 40€ a persona, prevede il passaggio nel Parco Nazionale di Watamu, che comprende anche l’area di Sardegna 2, la navigazione tra i delfini, la sosta in alcune spiagge (Garoda Beach), il giro tra le mangrovie a Mida Creek e il pranzo con aragosta sulla spiaggia.

Consiglio di concordare bene i costi, i ragazzi sono bravi ad aggiungere extra a fine giornata.

Un pomeriggio siamo stati al Crab Shack Dabaso, a Mida Creek, non lontano dal villaggio di Dabaso e Watamu.

Il ristorante è una struttura in legno a basso impatto ambientale gestita dalla comunità ai margini della foresta di mangrovie con vista panoramica sull'insenatura. Ci si arriva percorrendo 200 metri di passerella sospesa tra le mangrovie. Tramonto fantastico e cena di aragosta e granchio eccellente.

A Watamu ci sono alcune belle spiagge da vedere.

Jacaranda Bay e quindi Sardegna 2 resta in vetta alla classifica. E noi eravamo già lì.

Ci si può comunque arrivare con le barche. Organizzatevi con i pescatori e i loro dhow, le imbarcazioni locali. E’ l’unico modo per arrivare sui banchi di sabbia e godersi questi posti.

I banchi di sabbia sembrano galleggiare in un'acqua che ha colori che ho visto soltanto alle Maldive.

Io ci sono stata la mattina, arrivandoci dopo una bella passeggiata con partenza dal mio ombrellone...un sogno!

Watamu Beach, Garoda Beach e Turtle Beach sono posti in cui una puntatina va fatta.

Hanno colori bellissimi. Portate protezione solare e ombrelloni o rischiate di ustionarvi.

Stesso discorso per Isola dell’Amore, l’isola a forma di cuore nella baia di Watamu. Si raggiunge a piedi con la bassa marea, anche se vi consiglio di farvici portare in barca. Noi non ci siamo andati.

In un paio di occasioni, siamo usciti per andare a bere qualcosa in due localini in centro.

I posti sono il Paparemo Beach (di cui vi ho già detto) e il Come Back. Sono due posti italianissimi, dove ci si ritrova per cena o per un drink, e per ballare. Non preferisco questi luoghi, non c’entrano granché con il contesto locale ma siamo usciti tutti insieme ed è stato bello così.

Per muoverci, infine, come detto, non serve noleggiare una macchina. Affidatevi ai locals che vi porteranno in giro con taxi, tuc-tuc e moto. Nell’ultimo caso è molto divertente e si viaggia anche meglio considerate le condizioni disastrose delle strade all’esterno dei villaggi. I ragazzi sono affidabili e tranquilli ma adottate prudenza sempre. Contrattate il prezzo prima di salire a bordo. E prendete il numero di telefono.

Insomma, ecco quanto vissuto - con tutte le mie energie - durante questo stupendo viaggio durato 12 giorni.

Ricordo di essere rientrata carica di buonumore e fotografie che mi hanno fatto rivivere quei momenti con la medesima intensità per molto tempo. Il mio viaggio in Kenya è stato bellissimo. So di averne assaggiato solo una piccolissima parte e spero di poterci tornare.

Un'ultima cosa, che so mi chiederete poi alla fine di questo racconto di viaggio: il Mal d’Africa.

Sarò sincera oggi come sempre. L'Africa è meravigliosa, mi ha regalato emozioni profonde ma io "soffro" di un unico “male” che si chiama America.

La nostalgia però c'era e c'è ancora oggi. Perché sono posti straordinari, ancora sinceri, e non è possibile rientrare a casa senza conservare quel desiderio di poter tornare ancora. E ancora. E ancora.

Kenya, itinerario di 12 giorni

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