“𝘼 𝙩𝙚 𝙈𝙖𝙧𝙯𝙖𝙢𝙚𝙢𝙞 𝙨𝙩𝙪𝙥𝙚𝙣𝙙𝙤 𝙦𝙪𝙖𝙙𝙧𝙤 𝙙’𝙖𝙪𝙩𝙤𝙧𝙚 𝙞𝙣 𝙫𝙚𝙨𝙩𝙚 𝙣𝙤𝙩𝙩𝙪𝙧𝙣𝙖 𝙤 𝙞𝙣 𝙨𝙥𝙡𝙚𝙣𝙙𝙞𝙙𝙤 𝙨𝙤𝙡𝙚 𝙞𝙤 𝙙𝙤𝙣𝙤 𝙪𝙣 𝙨𝙤𝙧𝙧𝙞𝙨𝙤 𝙚 𝙪𝙣 𝙞𝙣𝙣𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙣𝙖𝙨𝙘𝙚 𝙙𝙖𝙡 𝙘𝙪𝙤𝙧𝙚”. (𝙂𝙞𝙪𝙨𝙮 𝙈𝙖𝙪𝙜𝙚𝙧𝙞) 𝘔𝘢𝘳𝘻𝘢𝘮𝘦𝘮𝘪, 𝘶𝘭𝘵𝘪𝘮𝘢 𝘵𝘢𝘱𝘱𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘮𝘪𝘰 𝘣𝘦𝘭𝘭𝘪𝘴𝘴𝘪𝘮𝘰 𝘖𝘯 𝘛𝘩𝘦 𝘙𝘰𝘢𝘥 𝘪𝘯 𝘚𝘪𝘤𝘪𝘭𝘪𝘢. 𝘉𝘰𝘳𝘨𝘰 𝘥𝘪 𝘱𝘦𝘴𝘤𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪, 𝘣𝘢𝘳𝘤𝘩𝘦 𝘢 𝘳𝘦𝘮𝘪 𝘦 𝘳𝘦𝘵𝘪 𝘢𝘨𝘨𝘳𝘰𝘷𝘪𝘨𝘭𝘪𝘢𝘵𝘦 𝘯𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘤𝘰𝘧𝘧𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘰𝘥𝘰𝘳𝘢𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘱𝘦𝘴𝘤𝘦 𝘦 𝘥𝘪 𝘮𝘢𝘳𝘦. 𝘉𝘰𝘳𝘨𝘰 𝘥𝘪 𝘴𝘦𝘥𝘪𝘦, 𝘥𝘪 𝘵𝘢𝘷𝘰𝘭𝘪 𝘦 𝘥𝘪 𝘧𝘪𝘰𝘳𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘪 𝘮𝘦𝘴𝘤𝘰𝘭𝘢𝘯𝘰 𝘦𝘥 𝘦𝘴𝘱𝘭𝘰𝘥𝘰𝘯𝘰 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘶𝘯 𝘢𝘳𝘤𝘰𝘣𝘢𝘭𝘦𝘯𝘰 𝘪𝘯 𝘶𝘯 𝘵𝘳𝘪𝘱𝘶𝘥𝘪𝘰 𝘥𝘪 𝘤𝘰𝘭𝘰𝘳𝘪. 𝘉𝘰𝘳𝘨𝘰 𝘥𝘪 𝘤𝘢𝘴𝘦 𝘥𝘪 𝘱𝘪𝘦𝘵𝘳𝘢, 𝘥𝘪 𝘴𝘶𝘰𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘤𝘢𝘮𝘱𝘢𝘯𝘦 𝘦 𝘥𝘪 𝘱𝘳𝘰𝘧𝘶𝘮𝘰 𝘥𝘪 𝘱𝘰𝘭𝘪𝘱𝘰 𝘧𝘳𝘪𝘵𝘵𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘢𝘳𝘳𝘪𝘷𝘢 𝘥𝘢𝘭𝘭𝘦 𝘵𝘢𝘷𝘦𝘳𝘯𝘦. 𝘝𝘪𝘤𝘪𝘯𝘢 𝘢 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭’𝘈𝘧𝘳𝘪𝘤𝘢 𝘥𝘪 𝘤𝘶𝘪 𝘩𝘢 𝘭𝘰 𝘴𝘵𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘴𝘰𝘭𝘦 𝘦 𝘭𝘰 𝘴𝘵𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘤𝘢𝘭𝘰𝘳𝘦, 𝘔𝘢𝘳𝘻𝘢𝘮𝘦𝘮𝘪 è 𝘮𝘪𝘯𝘶𝘴𝘤𝘰𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘶𝘯 𝘨𝘪𝘰𝘪𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘱𝘳𝘦𝘻𝘪𝘰𝘴𝘰 𝘥𝘢 𝘱𝘰𝘳𝘵𝘢𝘳𝘦 𝘯𝘦𝘭 𝘤𝘶𝘰𝘳𝘦, 𝘥𝘦𝘭𝘪𝘤𝘢𝘵𝘢 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘶𝘯 𝘧𝘪𝘰𝘳𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘢𝘤𝘤𝘢𝘳𝘦𝘻𝘻𝘢 𝘪𝘭 𝘷𝘪𝘴𝘰, 𝘪𝘯𝘥𝘦𝘭𝘦𝘣𝘪𝘭𝘦 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘶𝘯𝘢 𝘱𝘰𝘦𝘴𝘪𝘢 𝘴𝘤𝘳𝘪𝘵𝘵𝘢 𝘴𝘶𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘦𝘭𝘭𝘦.
Marzamemi, che ha tanto di arabo nel nome, è un minuscolo borgo marinaro a una manciata di chilometri di Siracusa, città che ho tanto amato nel mio viaggio in Sicilia.
La città nasce insieme alla sua Tonnara che, per molto tempo, è stata la più importante della regione. Quella stessa tonnara che ha dato il via alla costruzione di quelle case e di quel villaggio che fa sgranare gli occhi a tutti.
Il borgo - che è proprio delizioso, è una vera bomboniera - si attraversa a piedi e se non fosse per la sua bellezza, per l’atmosfera, per l’aria che frizza di tempi passati e tradizione, e il profumo di mare che arriva dai fornelli delle taverne, la passeggiata durerebbe poco più di dieci minuti.
E invece dentro il borgo, alla fine, ci resti per ore, immerso in quella contemplazione di case di tufo, di fiori multicolor, di fichi d’india che guardano il mare, di finestre velate da tende e centrini fatti da mani sapienti, di porte socchiuse che lasciano andare rumori di casa…
L’impatto è a dir poco pazzesco, un vero colpo agli occhi, una bella emozione.
Quando ci sono arrivata mi è sembrato di essere in un film di Tornatore. Mi sono guardata intorno e in un attimo ho fatto un tuffo nel tempo.
L’immensità di Piazza Regina Margherita è quasi imbarazzante. E a vegliare su di lei ci sono la Chiesta di San Francesco di Paola e il Palazzo di Villadorata, che insieme dominano tutta l'area.
La piazza, che è da sempre la foto cartolina di Marzamemi, è piena di localini, baretti, ristorantini con i tavoli e le sedie colorate, vasi di cotto dipinti a mano strabordanti di fiori, chioschi che profumano di arance e limoni, una serie infinita di lampadine che penzolano da fili che vanno da un lato all’altro di piccoli angoli della piazza e pronti ad accendere di luci e di magia il borgo appena cala la sera.
Il borgo antico è abbracciato da due porti naturali.
Io ho adorato la Balata (l’altro è La Fossa), dove tra l’altro mi sono fermata a pranzare, che è una una piccola piazza che offre una vista stupenda sul mare. Uno specchio d’acqua pieno di barchini e gozzi di pescatori, galleggianti colorati, coffe e reti ingarbugliate che ti portano con la mente ai momenti della pesca.
La storia di Marzamemi ha radici antiche e inizia con l’arrivo degli arabi in Sicilia.
Il suo nome, miscuglio perfetto di “marsa” e “memi” che insieme fa Marzamemi, che vuol dire Piccolo Porto, è legato alla sua tonnara, la più importante in Sicilia dopo la più grande e nota tonnara di Favignana.
A Marzamemi si viveva di mare e di pesca. Quattro case che iniziarono a raddoppiare, poi a triplicare, e poi ancora di più con l’arrivo del Principe di Villadorata che, intorno a quel borghetto, al palazzo, alla chiesa di San Francesco e alla Piazza, costruì il suo piccolo regno.
Vi consiglio di fare una passeggiata dalla piazza e di proseguire in perlustrazione infilandovi nei vicoletti intorno. Lasciatevi andare semplicemente alla bellezza e alla genuinità di questo posto.
Perché nonostante sia diventata in questi ultimi anni una delle località più gettonate della Sicilia, Marzamemi ha conservato la sua integrità, la sua originalità.
Non avrete mai la sensazione, ve lo posso assicurare, di essere in una località turistica.
Sarà proprio questo, forse, ad attribuirle ancora più fascino.
MANGIARE A MARZAMEMI
Il borgo è famoso per il numero spropositato di tavoli e tavolini sistemati ovunque.
Questo vuol dire che Marzamemi ha un'offerta di ristorantini e taverne pazzesca, vista piazza e vista mare.
Non c'è che l'imbarazzo della scelta.
Io avevo voglia di un pranzo vista mare e così mi sono lasciata attrarre da un ristorantino che trovate al porto La Balata. Si chiama “Calamarò Porto di Mare”.
Ha un bel menù di cose buonissime, ma io vi consiglio di provare la burrata con pomodori pachini e bottarga di tonno rosso, che tra l’altro - insieme ai pachini - è una delle specialità-prelibatezze del posto.
Con le paste sono bravissimi, poi, specie quelle con frutti di mare.
Ma giusto così, per darvi una dritta…
Voi scegliete pure quello che segue il vostro naso. C'è da perdersi tra i profumi di Sicilia.
MARZAMEMI E DINTORNI
Premetto che il mio viaggio in Sicilia si è svolto tra la fine agosto e i primi di settembre. Speravo di trovare un clima più dolce, col sole si ma con temprature più moderate. Invece ho viaggiato a 35 gradi all’ombra con un caldo a dir poco indescrivibile.
Per questo, sono stata costretta a deviare spesso i miei percorsi per non prendere un’insolazione.
Tra le cose che potete fare una volta arrivati a Marzamemi - io non ci sono riuscita per i motivi appena spiegati e anche per il poco tempo a disposizione in quell’unica giornata – dedicare dl tempo alla splendida Oasi Faunistica di Vendicari con la sua meravigliosa Riserva naturale, oppure fare almeno una passeggiata a Noto, la capitale del barocco, il cui centro storico è stato proclamato Patrimonio dell'Umanità.
Marzamemi ha anche una spiaggia carina nella zona di Spinazza. Se vi va, fate una sosta anche lì.
Io invece ho preferito toccare - saltando con grandissimo dispiacere Noto, 40 gradi quel giorno, so che potrete capire - un'altra località, molto particolare e nota: Portopalo di Capo Passero.
Venti minuti di macchina da Marzamemi e arriverete nel punto più a Sud della Sicilia e dell'Italia. Praticamente a un passo dall’Africa.
PORTOPALO DI CAPO PASSERO è il punto in cui si incontrano Mar Ionio e Mar Mediterraneo. Le sue origini sono legate ovviamente al mare, alla pesca e al turismo. E io ci sono andata apposta per fare un tuffo nelle sue acque cristalline. Ho raggiunto la sua lunga spiaggia sabbiosa per fare l’ultimo bagno prima del mio rientro a Napoli, in una giornata di afa pazzesca.
Il mare, come detto, qui è sempre splendido. Quel giorno però il vento e le correnti ne hanno alterato un po' i colori ma il fascino del posto mi ha fatto dimenticare il resto.
Non distanti dalla costa, ci sono l’Isola di Capo Passero e l’Isola delle Correnti.
La prima ospita una tonnara molto famosa ma oramai abbandonata ma resta comunque l'attrazione più grande per chi fa un giro da queste parti.
L'Isola delle correnti invece è collegata alla terraferma da un braccio artificiale che in periodo di bassa marea rende l’isola una penisola.
Dalla spiaggia mi sono goduta il profumo del mare, la brezza sulla pelle e la splendida vista dell'isola di Capo Passero. Come chiudere in bellezza un viaggio...
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